Un po’ di Storia

Un po’ di Storia

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“Scherma, schermire è riparare con arte il colpo che tira il nemico e cercare di offenderlo sempre”

(Vocabolario dell’Accademia della Crusca)

 

La parola italiana scherma deriva dal germanico “Skirmjan”, che significa proteggere e, quindi, difendersi, con la stessa origine della parola schermire. Il bastone/spada era in origine probabilmente usato più per difendersi che per uccidere.
La Scherma è uno sport di combattimento nel quale due avversari si fronteggiano utilizzando la Spada, la Sciabola o il Fioretto. Per motivi di guerra, addestramento, spettacolo, onore, piacere o sport, la Scherma è stata praticata fin dai tempi antichi usando una grande varietà di armi: la spada romana, la sciabola giapponese, la scimitarra turca, la spada carolingia, lo stocco spagnolo, fino al moderno fioretto elettrico.

La spada più antica finora conosciuta è stata ritrovata nel sito di Arslantepe, in Turchia, e risale al 3.300 circa a.C. Le prime tracce della scherma risalgono agli antichi egizi: a Luxor, in un bassorilievo del 1190 a.C., sono scolpiti uomini che si affrontano in un vero e proprio torneo di scherma. Gli “atleti” erano equipaggiati con maschere, protezioni per il corpo ed armi inoffensive, mentre gli incontri erano giudicati da un vero e proprio arbitro, esattamente come avviene ai giorni nostri. È comunque probabile che in tempi ancora più antichi esistessero “giochi con le spade” praticati dai Cinesi, dalle popolazioni della Mesopotamia e dagli Ittiti, per allenarsi al combattimento.


 

 

“Un viaggio di diecimila miglia comincia con un piccolo passo”

(Lao Zi)


Le prime tracce scritte che accennano a particolari tecniche di scherma risalgono all’Ellenismo, ma è solo nel Medioevo che appare il primo manuale schermistico conosciuto, datato 1330, rinvenuto nella Torre di Londra, scritto in latino da un monaco tedesco! In Italia, durante l’Umanesimo e il Rinascimento appaiono i primi trattati scritti da Maestri d’Arme veri e propri, come Fiore dei Liberi (Flos Duellatorum – Ferrara – 1410 circa) e Filippo Vadi (De arte gladiatoria dimicandi – Urbino – 1485 circa). La “scherma tradizionale europea” diventa così espressione di arte e scienza senza precedenti, di cui l’Italia è il più noto centro propagatore.
Il fioretto appare per la prima volta solo nel XVII secolo. Il duello inizialmente limitato alla scherma militare, fu esteso poi all’uso civile come salvaguardia dell’onore e dei principi morali. Nel XIX secolo, nonostante i duelli fossero stati banditi e fossero diffuse le armi da fuoco, i romanzi di Dumas e Scott che raccontavano avventure di cappa e spada affascinavano il pubblico e riportano alla ribalta la Scherma. Si rafforzano e si definiscono meglio le scuole nazionali. Nel frattempo comincia a calare l’attenzione nei confronti degli aspetti violenti della scherma e ne vengono riscoperti ed esaltati quelli legati alla ricerca interiore, all’arte e al divertimento.

 

 

“Il principio a cui si ispira lo studio della scherma è quello di riuscire a colpire l’avversario evitando di essere colpiti”

(Pignotti – Pessina: Il Fioretto)

 

Con l’utilizzo in guerra di armi da fuoco e strumenti di distruzione sempre più letali, la scherma diventa uno sport: lo scopo non è più quello di uccidere o ferire l’avversario, ma semplicemente di batterlo, utilizzando regole comuni. La Scherma – con fioretto e spada – fu inclusa nelle nove discipline della prima edizione delle Olimpiadi moderne (Atene 1896), mentre la sciabola fu aggiunta in quelle del 1900.

Retaggio di quelle che un tempo erano le abilità richieste dai guerrieri ed erede delle arti marziali di spada, la scherma si trasforma così in sport da combattimento.

A parte l’introduzione dei segnali elettrici, le regole e le tecniche alla base di questo sport discendono direttamente dalla storica arte di maneggiare la spada in combattimento e in duello.


 

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