Fabrizio Verrone, nella vita è Appuntato della Guardia di finanza e istruttore sportivo presso il centro logistico Villa Spada a Roma. Laureato in economia e management, si specializza con la laurea magistrale in management dello sport. Ex atleta delle Fiamme Gialle e della nazionale italiana di sciabola. La tua arma è la sciabola. Perché questa scelta? Il tuo percorso sportivo? Quali erano i punti di forza della tua scherma? Ci vuoi raccontare qual è stata la tua vittoria più bella e la sconfitta più bruciante. Perchè la scherma? Dietro la divisa … altre passione che coltivi? Prato / 2014 Caorle / 2010 Varese / 2008 Napoli / 2005 Plovdiv / 2004 Porec / 2004 Parigi / 2004 Frascati /2003 Roma / 2002 2001 e 2002 Pesaro / 1999 Riccione / 1998 Riccione / 1997 Riccione / 1996
Fabrizio, quando è nato il tuo interesse per la scherma?
Il mio interesse per la scherma è nato forse prima ancora che me ne accorgessi.Mio fratello, Andrea, sciabolatore di ottimo livello, ha praticato la scherma fin dalla tenera età ed io, di due anni più piccolo, giocavo a fine lezione con lui e tutti i suoi compagni nella sala del Circolo Schermistico Dauno Foggia. Forse cosi è nata una passione che non sapevo di avere. Provai tanti sport: tennis, atletica, calcio, pattinaggio e alla fine mi dissi: “Perché non provare proprio la scherma, del resto, se la pratica mio fratello quanto meno andiamo insieme in palestra !”
Avevo 11 anni e mezzo e fu cosi che presi la sciabola per la prima volta e da allora è nata una storia entusiasmante!
Perché riflette quella voglia di andar veloce che ho sempre avuto fin da piccolo. Nella sciabola rapidità e scelta di tempo sono tutto!
Tutti mi dicevano che ero troppo “vecchio” per iniziare la scherma a quasi 11 anni: non avevo le basi! In breve, però, dopo le prime gare nazionali nella categoria under 14, il mio Maestro ed io ci accorgiamo che nonostante questo i risultati arrivavano e nacque la speranza in me di indossare un giorno la maglia azzurra. Qualche anno dopo, a 17 anni, arriva finalmente la mia prima convocazione in nazionale juniores per una gara di Coppa del mondo.
Da li in poi gli impegni si moltiplicavano tra gare nazionali, gare all’estero e ritiri collegiali. A18 anni mi sono trasferito a Roma presso il Centro Federale “Acquacetosa” e mi sono allenato togliendomi non poche soddisfazioni partecipando a: un Campionato del mondo Juniores in Bulgaria, un Campionato europeo in Croazia, un ritiro pre olimpico di Atene nel 2004 e a numerose gare di Coppa del mondo Assoluti.
L’apice lo raggiungo quando nel 2005 entro a far parte del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. Da li in poi qualcosa cambia: a seguito di un grave infortunio, infatti, abbandono le competizioni e gli allenamenti per quasi 2 anni. La carriera si è bruscamente interrotta e da li in poi ho maturato l’idea di insegnare ciò che avevo imparato fino a quel momento. Tutta l’esperienza, il sudore, le gioie e i dolori non potevano rimanere chiusi in un cassetto: dovevo trasmetterli. Così ho deciso che sarei rimasto nel giro di questo sport attraverso l’insegnamento e, nel 2010, mi sono diplomato all’Accademia nazionale dei Maestri di scherma a Napoli.
Uno dei miei punti di forza è sempre stato un’ incredibile resistenza alla fatica e allo sforzo! Non mi risparmiavo mai ed ero in possesso di una notevole rapidità! Dal punto di vista tecnico, poi, mi dicevano essere elegante, pulito schermisticamente.
E’ stata una bella carriera, anche se non sempre vissuta come avrei voluto. Non è facile reggere alla pressione quando si è a livelli cosi alti e saper gestire l’aspetto emotivo fa la differenza.
Di vittorie ce ne sono certo state e i ricordi stupendi che mi porto nel cuore sono più di uno, ma se dovessi scegliere, forse, ti risponderei la mia prima vittoria ad una gara nazionale (facevo scherma solamente da 1 anno, avevo 12 anni!). Una gioia immensa, una gioia che non si può spiegare. Quando sei così piccolo ti dimentichi che la tua vita non è uguale a quella della maggior parte dei tuoi compagni di classe. Ti segna, ti stanca, ti forma, ti rivela ciò che sei. Viaggiare ed allenarsi continuamente, trovare le motivazioni sempre, gestire aspettative, studio, genitori, me stesso…ecco, li, quando misi l’ultima stoccata, quella che mi fece vincere l’oro, tutto mi sembrava cosi chiaro. In quel momento, guardando la mia famiglia senza la quale non sarei arrivato cosi in alto, dissi a me stesso: “Si, ne vale la pena!”
E’ uno sport apparentemente difficile, ma capace di appassionarti per quel fascino che emana anche solo a guardarlo. Aiuta a migliorare l’autocontrollo e la rapidità, i riflessi e la strategia. Perché la scherma? Perché è arte!
Quando non pratico la scherma da buon sportivo non rinuncio a tutto ciò che è competizione. Dalla partita a calcetto al tennis che ultimamente coltivo molto ( sarà perché è individuale!!!), dallo sci agli allenamenti al parco. Mi piace sentirmi in forma! Da qualche mese poi è entrata a far parte della mia vita anche una moto, una Honda Hornet, la mia prima!
Poi la musica ( non manco mai ad un concerto di Vasco) e i viaggi!Il tuo palmares
ORO individuale e ORO a squadre – Campionati del mondo Maestri
ORO – Coppa Italia
BRONZO a squadre e finalista individuale – Campionati italiani assoluti
BRONZO a squadre – Campionati italiani assoluti
Finalista a squadre – Campionati del Mondo Juniores
Finalista a squadre – Campionati europei Juniores
BRONZO – Coppa del Mondo Juniores
Finalista – Coppa del Mondo Juniores
BRONZO a squadre – Campionati italiani assoluti
ORO – Campionati italiani 3^ categoria
BRONZO – Campionati italiani under 14
Finalista – Campionati italiani under 14
ARGENTO – Campionati italiani under 14
BRONZO – Campionati italiani under 14
Intervista a Fabrizio Verrone
La delusione più grande ? E’ facile rispondere perché persi la possibilità di partecipare ai miei primi Campionati del mondo Juniores. Ero a Logrono, Spagna, con la nazionale per l’ultima gara del circuito, quella che avrebbe permesso al Commissario Tecnico della nazionale di prendere la decisione definitiva per le convocazioni ai successivi mondiali. Io ero uno dei favoriti per rappresentare l’Italia ed un accesso ai quarti di finale mi avrebbe garantito il posto. Mi ricordo perfettamente la scena, la pedana, il pubblico, il palazzetto e perfino le emozioni di quel momento. Ero proprio nell’assalto degli ottavi di finale e la vittoria mi dava la matematica certezza di esserci. Ero in vantaggio 13-8 contro un ostico rivale, un francese, che avevo già incontrato in altre gare e sul quale avevo sempre avuto la meglio. Forse la cosiddetta paura di vincere o la consapevolezza di poter raggiungere un sogno così grande di li ad un passo o non so cosa mi giocarono un brutto scherzo. 13-15 per il francese e il sogno svanì ( ma era solo rimandato!!! l’anno dopo ci andai!)