Il nostro Stemma
D’azzurro, al drago rosso alato e crestato
Sulla pedana di scherma, il drago Blaserna ci assiste nel combattimento, soprattutto ci insegna che la vera e grande battaglia è sempre quella con noi stessi e il grande tesoro che custodisce è la sapienza che deriva dalla vittoria sulla nostra parte più oscura e bestiale. Ecco perché, vigile e ardente, il drago Blaserna è accanto al cuore di ognuno di noi …
Il Drago
“Drago crudele, drago sapiente, drago maestro: e magari sapiente perché vecchio, in quanto antico signore delle terre o delle acque che infesta. A questo punto l’occidentale, abituato all’equazione tra drago e diavolo, si chiede se per caso il bestione non gli si presenti, invece, come amico: e ricorda i buoni draghi cinesi, i draghi imperiali, i generosi mostri che portano il tuono e la pioggia, le terribili eppur paterne creature senza le quali il riso non crescerebbe e i fiumi non gonfierebbero.” (Franco Cardini, “Mostri, Belve, Animali nell’immaginario medievale” in Abstracta, 1986).
Il drago cinese è un animale divino: ha il potere di chiamare il vento e la pioggia, di controllare le forze naturali, è un assistente in battaglia e il mezzo di trasporto degli abitanti del cielo (“Il drago era il re di tutte le creature ricoperte da squame, saliva al cielo nell’equinozio di primavera e discendeva verso l’abisso profondo nell’equinozio d’autunno“). Simboli di forza e del potere imperiale, i Draghi sono custodi di grandi e immensi tesori e dispensatori di felicità eterna.
In Occidente uccidere un drago è un rito d’iniziazione: il superamento delle paure di bimbo o di un essere umano in formazione per diventare un adulto forte. Il drago come rito individuale e sociale di passaggio all’età adulta. Inoltre, poiché il drago è una creatura di grande potenza, spesso affrontabile solo da un’altra creatura mitologica, come un gigante o un eroe, si trasforma in una icona importante e ambita per mettere in risalto l’abilità almeno altrettanto straordinaria di un uomo.
In Oriente come in Occidente, i draghi custodiscono tesori e popolano sempre luoghi inaccessibili – cioè non facilmente esplorabili dall’uomo e quindi misteriosi – come il fondo dei mari o dei laghi, il cielo, o remoti antri montani. Lì risiedono le paure degli uomini, collocate nell’ignoto.
Ma il prezioso tesoro custodito dal drago è l’oro dell’anima, che giace nel caos primordiale delle energie, colto dallo sforzo eroico, che si fa anche sforzo umano di ordinare il cosmo.