Le tre armi

Le Tre Armi

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“La scherma è, fra gli esercizi fisici il migliore, dà a chi lo pratica, contemporaneamente forza, agilità, eleganza; forma il carattere gentile, cavalleresco, generoso, leale; raffina i sensi del tatto, della vista; aguzza l’intelligenza e rende pronta l’obbedienza dell’azione al pensiero. E’ impossibile non riconoscere in uno schermidore la gentilezza dei modi, la generosità e il rispetto scrupoloso ad ogni regola di urbanità”

(M° Giuseppe Comini)

 

La Spada

Rossella Fiamingo

La parola spada ci arriva dal sanscrito spha (“estendere”, “spazio”), attraverso il greco spathe (propriamente “spatola”, “lama piatta”) e il latino spatha. Oggi, la spada sportiva è un’arma “di punta”, il che significa che per mettere a segno le stoccate può essere usata solo la punta.

E’ la specialità più matura e meditata, richiede pazienza, un eccellente spirito di osservazione e nervi d’acciaio. Non ci sono convenzioni negli incontri con la spada: il primo che colpisce l’avversario in qualunque parte del corpo, dalla testa ai piedi, realizza il punto. La spada è una disciplina olimpica e paralimpica maschile e femminile.

Il fatto che non esistano convenzioni e la regola del colpo doppio fanno sì che la scherma sportiva di spada sia quella che più si avvicina al duello terreno: come nel duello ad ogni colpo portato a segno corrisponde una ferita, così nella spada ogni stoccata che arriva a bersaglio dà diritto a un punto. Il combattimento viene denominato “assalto”. Alla spada si deve il colore bianco della divisa da scherma: infatti i duelli combattuti con la spada erano al “primo sangue”: qualsiasi ferita da cui uscisse sangue, su qualsiasi parte del corpo, determinava l’interruzione del combattimento e la sconfitta del duellante ferito. Per meglio evidenziare queste ferite era richiesto di vestirsi integralmente in bianco.

La Sciabola

Aldo Montano

La sciabola, parola che deriva dall’ungherese “szablya”, è un’arma che può colpire di punta, taglio e controtaglio, il che significa che i colpi possono essere portati con la punta, i bordi laterali o la parte posteriore della lama.

Il bersaglio della sciabola è costituito da busto, braccia e testa. La sciabola storicamente discende dalle armi usate dagli ufficiali di cavalleria, che, stando a cavallo, colpivano i fanti a piedi e i cavalieri soprattutto nella parte superiore del corpo con movimenti ampi, usando di rado la punta: caratteristiche conservate nella determinazione del bersaglio valido anche nella moderna sciabola sportiva.

Benché menzionata per la prima volta già nel 1600, la scherma con quest’arma di origine ungherese (discende dall’arma utilizzata dai famosi Ussari, che a sua volta si era ispirata alle scimitarre ottomane), appare in Europa occidentale solamente a fine 1700. La sciabola, fatta per colpire prevalentemente di taglio, rimase inoltre ad appannaggio quasi esclusivo delle scuole militari, in quanto considerata un po’ brutale e di scarso utilizzo nei duelli civili. Soltanto sul finire dell’ottocento, soprattutto grazie ai grandi maestri italiani Radaelli e Magrini, la si cominciò a vedere sotto una nuova luce e gradualmente anche la sciabola venne assimilata alle altre due specialità schermistiche sportive. La sciabola è l’arma di attacco per eccellenza, molto veloce e istintiva, da preferire per chi ha un temperamento vivace ed aggressivo. Lo sciabolatore deve avere un’ottima resistenza fisica e grande mobilità nelle gambe; deve avere inoltre il pregio di riuscire a riflettere in tempi rapidissimi sulle proprie azioni e, naturalmente, su quelle dell’avversario.  La sciabola, come il fioretto, è un’arma convenzionale quindi nel caso in cui due avversari si tocchino contemporaneamente il punto va a chi ha la ragione. Si ha la ragione quando si è il primo ad aver portato l’attacco (quello dei due che sta avanzando o il primo che inizi l’affondo). Si può prendere la ragione quando l’avversario smette di avanzare, con un’uscita in tempo o parando una botta (prendere il ferro). Quando un giocatore (o tutti e due) tocca, l’arbitro ricostruisce le ultime azioni dello scontro, attribuendo alla fine il punto a uno dei due (nel caso non sia possibile decidere chi avesse la ragione, non viene assegnato alcun punto). Se un giocatore non è d’accordo con la decisione arbitrale può chiedere che sia rivista al rallentatore.

Il Fioretto

Valentina Vezzali

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Il fioretto deriva la sua forma dalla evoluzione dello spadino, un’arma bianca prevalentemente di punta sviluppatasi intorno al XVIII secolo a partire dalla spada a striscia seicentesca.

Il nome fioretto (in francese “fleuret”) nasce dall’usanza, nelle scuole di scherma, di fissare sulle armi da allenamento un “bottone di sicurezza”, spesso realizzato in cuoio, simile come forma a un fiore, per evitare che gli allievi potessero ferirsi durante la pratica. È un’arma “di punta”, il che significa che per mettere a segno stoccate può essere usata solo la punta. Iniziò a essere utilizzata come arma da studio o da allenamento.

Gli incontri con il fioretto richiedono una tecnica eccellente e possono essere molto animati, come gli incontri con la sciabola, o improntati alla prudenza, come gli incontri con la spada. E’ un’arma puramente “accademica” in quanto non è mai stata un’arma di combattimento sul terreno, è una “spada alleggerita” per l’allenamento, non destinata all’uso in battaglia e ai duelli, ma all’esercizio nelle sale, per abituarsi a mettere a segno colpi mortali. Il bersaglio valido del fioretto è infatti rappresentato dal busto, sede degli organi vitali, perché portare a segno una stoccata su tale porzione del corpo era quasi sicuramente letale. Essendo un’arma “accademica” tende a privilegiare il fraseggio schermistico nella sua perfetta esecuzione ed è per questo che il colpo simultaneo viene considerato nullo. Il fioretto è una disciplina che richiede leggerezza e riflessività, conciliando agilità e buone capacità tattiche; proprio per questo il fioretto, nella tradizione della scuola italiana, è l’arma con la quale vengono avviati alla scherma i bambini che, con quest’arma, iniziano solitamente il loro percorso nel mondo della scherma agonistica.

 

 

 

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